La Sezione di Lecce ha avuto l’onore e il piacere di ospitare, lunedì 10 febbraio u.s., l’arbitro benemerito componente della CAI Mirko Zannier della Sezione di Udine.
La riunione è iniziata alle ore 20.00 dinanzi ad una folta platea costituita dagli associati che hanno risposto alla convocazione, sicuri che l’appuntamento avrebbe rappresentato un importante momento di crescita tecnica ed umana.
Dopo un breve RVM dedicato alle tappe più importanti della carriera arbitrale dell’ospite, il Presidente Sezionale Paolo Prato ha introdotto i lavori esprimendo la felicità sua e di tutti gli associati leccesi di ospitare il componente CAI Mirko Zannier che ricopre all’interno dell’AIA un ruolo di particolare prestigio, e ha ricordato inoltre come lo stesso abbia vissuto l’esperienza di Presidente Sezionale e abbia svolto nel Settore Tecnico l’incarico di Mentor per il Friuli Venezia Giulia, nell’ambito del progetto UEFA Convention Mentor-Talent.
Mirko Zannier ha ringraziato il Presidente Prato e tutti gli associati convenuti per la calorosa accoglienza manifestata sin dall’arrivo nel capoluogo salentino: il numero dei presenti e il “calore” del Sud sono stati una buona premessa per il suo intervento che intendeva essere un trasferimento di esperienza arbitrale.
Il suo discorso è stato incentrato in particolare sul piano motivazionale e comportamentale, mettendo in evidenza l’importanza della figura dell’arbitro: ha individuato le caratteristiche specifiche del percorso di un arbitro, caratterizzato da tante soddisfazioni e gratificazioni ma anche da possibili fallimenti, da impreviste cadute.
Di fronte a queste ultime situazioni, il suo messaggio è stato quello che l’arbitro deve saper manifestare da subito la volontà di rialzarsi attraverso una forza di volontà da saper esercitare non soltanto dopo una brutta prestazione, ma dopo qualsiasi difficoltà che la vita può riservare.
Il pensiero guida che ha intesto proporre ai giovani arbitri è stato che, alla base di ogni successo, vi è sempre una mentalità vincente, la quale si ottiene soprattutto riuscendo a comprendere gli errori che possono determinare le negatività e ha citato diverse frasi di protagonisti del mondo dello sport che hanno testimoniato come i loro successi siano nati da quella mentalità.
Qualità atletiche, regolamento e serietà comportamentale rappresentano, a suo dire, i capisaldi dell’arbitraggio.
Prepararsi adeguatamente ad una gara, partecipare attivamente alla vita sezionale, ricordare obblighi e doveri della funzione arbitrale devono consolidarsi sin dalle esperienze nell’OTS: in tal senso la sua esperienza di Presidente di Sezione è stata fondamentale per educare i giovani arbitri friulani a maturare comportamenti adeguati al ruolo di arbitro di calcio.
Riprendendo alcune frasi dell’allenatore di basket recentemente scomparso Alberto Bucci, uomo coraggioso ed appassionato, Zannier ha inteso rappresentarci che una vita bella preveda dover rischiare, commettere errori, ma anche non accontentarsi mai. E questo, così come nella vita, vale anche nell’arbitraggio. L’unico giudice di ogni arbitro è solo se stesso: quando una gara va male, il giudizio non è rivolto all’arbitro, ma alla prestazione ottenuta in quella giornata.
Una gara negativa non corrisponde ad un arbitro scarso e un arbitro forte è colui che si sa rialzare a seguito di un fallimento perché è nell’errore che ci si misura veramente.
Si sente sempre affermare che arbitrare significa anche divertirsi, ma come ciò è possibile? Arrivando alla partita con la massima preparazione possibile. Le gare di categorie inferiori non devono essere sottovalutate né tantomeno ritenute una perdita di tempo. Esse non devono essere altro che il mezzo tramite il quale migliorare, mettendo in pratica i consigli che chi con più esperienza ci ha proposto nella partita precedente.
Il divertimento, tuttavia, passa attraverso l’impegno ed un consiglio suggeritoci dal componente CAI è stato quello di ricercare un nostro mentor, una persona da ammirare e seguire, a cui chiedere consigli, attraverso un atteggiamento sempre ispirato dalla curiosità.
Bisogna lavorare per diventare la miglior versione di se stessi, bisogna impegnarsi per raggiungere i propri obbiettivi, ma servono disciplina, sacrificio, responsabilità e rispetto: tutto questo per la divisa che indossiamo.
L’AIA dà tantissimo ad ognuno di noi, e forse non ce ne rendiamo conto: essere in quest’associazione significa interpretare la condivisione come arricchimento di noi stessi.
In conclusione, questo il messaggio finale dell’ospite: essere credibili stando vicini all’azione, applicare al meglio il regolamento, avere un comportamento adeguato sia dentro che fuori dal campo, perché per ricevere il rispetto, bisogna anzitutto manifestarlo.
Le sue parole sono riuscite ad arricchire la professionalità arbitrale e la crescita tecnica dei giovani arbitri, hanno suscitato interesse e partecipazione, manifestata anche attraverso alcune risposte che alcuni associati hanno fornito ad alcune domande poste dal componente CAI.
Mirko Zannier ha concluso il discorso augurando a tutti di divertirsi sempre.
Il Presidente Prato lo ha ringraziato per aver svolto con passione e particolare competenza il suo intervento e ha dichiarato che si era conclusa con grande compiacimento generale una serata che sarebbe rimasta salda nella memoria degli arbitri leccesi.
Dopo la riunione una cena conviviale presso il Ristorante “Da Lussy” ha concluso la piacevolissima serata.