Appuntamento programmato quello della riunione plenaria che si è tenuta presso la sezione di Lecce venerdì 13 dicembre u.s., alla presenza del Presidente del CRA Puglia Nicola Giovanni Ayroldi che è stato l’anima dell’incontro.
Il Presidente di Sezione Paolo Prato, nel ricordare che sebbene la riunione pianificata dal CRA rientrasse nei dettami delle norme di funzionamento degli OO.TT., era sicuro come tale visita avrebbe rappresentato un interessante fattore di crescita tecnica, comportamentale e motivazionale per tutti gli associati, conoscendo ed apprezzando lo spessore tecnico ed umano del Presidente Ayroldi, del quale è notorio il suo modus operandi, caratterizzato dal valorizzare meritocrazia, credibilità, equità e pari opportunità per tutta la forza in organico al CRA.
Gli arbitri pugliesi possono dirsi fortunati per essere diretti da un Presidente e da una Commissione di altissimo livello: testimonianza si è avuta anche attraverso i colloqui degli arbitri, assistenti ed osservatori a disposizione del CRA che hanno manifestato apprezzamento e sono usciti “contenti” e “carichi” dopo la conversazione con i loro referenti regionali.
In apertura del suo intervento, il Presidente Ayroldi ha comunicato di avere provato una particolare emozione nell’aver visto nei locali sezionali l’immagine di Stefano Farina, suo Maestro, al quale l’uditorio ha tributato un commosso applauso.
Dopo avere effettuato la presentazione dei componenti del CRA, indicando di ognuno il compito affidatogli, il Presidente ha esposto la situazione generale circa le valutazioni date agli arbitri e agli assistenti, che egli ama definire della Sezione Puglia, da parte di osservatori e organi tecnici, sottolineando la necessità, pur in presenza di note abbastanza soddisfacenti, di incrementare sempre le prestazioni positive.
Obiettivo della Commissione è quello di formare arbitri pronti a confrontarsi in futuro con realtà nazionali per cui diviene fondamentale la cura di ogni pur minimo dettaglio.
Intenzione della commissione è stata quella di conoscere ogni arbitro e ogni assistente fin dalle prime partite, dando a tutti la medesima possibilità di concorrere per uno stesso fine. L’impegno però non deve derivare soltanto da osservatori e organi tecnici a disposizione del CRA, i quali ogni domenica si rendono disponibili per la crescita degli arbitri: lo sforzo deve giungere soprattutto dagli arbitri ed dagli assistenti, i quali devono rispettare e seguire le indicazioni date loro, “spogliandosi della mentalità errata” che alcuni hanno avuto precedentemente.
Con comportamenti scorretti, il percorso diventa breve e non si arriva da nessuna parte.
Per ottenere il successo occorre avere fiducia in se stessi, pazienza, perseveranza ma soprattutto occorre sapersi rialzare: “una caduta la prendi, ti rialzi e riparti”.
Occorre “lavorare in silenzio, lasciare che siano gli altri a parlare di te, solo così il successo farà rumore” e occorre ricordare sempre che “il successo non è una meta, ma un viaggio” che può durare giorni, mesi, anni.
Bisogna mantenersi lontani da chi conduce verso cattive strade, da chi non crede in noi, da chi ci vende. L’atteggiamento morale richiede rinunce, ma allo stesso tempo conferisce libertà e autonomia. Non servono solo bravi arbitri, ma anche brave persone, “persone di valore, non di successo”.
L’uomo in realtà ha più capacità che forza di volontà, ma la motivazione è il mezzo tramite il quale si giunge alla realizzazione di un sogno e la distanza tra sogno e realtà si chiama azione, ovvero saper impegnarsi, saper vincere la fatica, sudando ed evitando la cultura dell’alibi.
Non bisogna dire “ci provo”, ma “ci credo” perché nulla è impossibile. Le persone di coraggio sono coloro che sanno procedere con determinazione anche quando non si hanno più le forze: “ciò che rende impossibile un sogno è la paura di fallire”.
Queste sono in sintesi le linee programmatiche e le sollecitazioni che il Presidente Ayroldi ci ha trasmesso, un uomo di grande spessore, oltre che un grande arbitro, che ha saputo dimostrarci quanto sia importante credere in se stessi e non mollare mai per, come piace a lui dire, trasformare “l’invisibile nel visibile, l’impossibile nel possibile, un sogno in realtà”.